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Serie A, Roma: le parole del neo ds Gianluca Petrachi

Presentato ufficialmente nel pomeriggio il nuovo direttore sportivo della Roma, Gianluca Petrachi.
A lui l'arduo compito di costruire una squadra molto competitiva e di ricompattare un ambiente scosso ancora dagli addii di De Rossi e Totti.

"A me è dispiaciuto per Totti – ha detto Petrachi – rimane bandiera e simbolo di questa tifoseria e città. Mi sarebbe piaciuto averlo accanto, ha fatto una scelta e non posso che accettarla. Mi dispiace, è un bravo ragazzo, mi ha sempre fatto un’ottima impressione, anche se da avversario mi ha fatto rosicare perché vinceva le partite da solo e averlo vicino da dirigente poteva essere un valore aggiunto, tanti passaggi che scoprirò col tempo poteva farmeli vedere immediatamente. E’ andata così, se vorrà tornare sono pronto per accoglierlo”.

Su Barella. “Per quanto riguardo Barella sono state dette tante inesattezze: ancor prima che arrivassi io il suo procuratore si è seduto tante volte con la società e si erano raggiunti dei valori economici e lui era molto contento di venire alla Roma, questo mi è stato riferito. Io con lui non ho mai parlato, poi so che nell’intermezzo di tutti i passaggi tra l’addio di Monchi ecc… Il discorso si è un po’ perso per squadra perché si aspettava chi era adatto a farlo e si è perso un po’ di tempo che era inevitabile che si perdesse, perché si parla di tanti milioni e va condivisa questa scelta. Si è inserita l’Inter, il giocatore è stato chiamato da Conte che è bravo a convincere i giocatori che vuole e ci sta che il ragazzo che abbia l’ambizione di provare a giocare la Champions e di non ritenere la Roma a livello dell’Inter. Io personalmente non ho mai cercato Barella, è il Cagliari che ha cercato la Roma dicendo che l’Inter stava traccheggiando. Per me era una cosa difficile prima e lo è ancora adesso, il Cagliari vuole darlo alla Roma, ma lui ora ha scelto l’Inter. O Barella chiama Petrachi che ci ripensa, a quel punto si può parlare, ma per me oggi è un capitolo chiuso, perché strappare anche in modo così forzato di portare dentro un giocatore che ha dentro altre ambizioni significa sbagliare. Col dio denaro non si comprano giocatori, deve avere motivazioni di venire alla Roma”.

Su mister Fonseca. "Io sono stato molto colpito da Paulo Fonseca. Lo seguivo negli ultimi anni perché c’era un giocatore dello Shakhtar che volevo portare a Torino e ho visto giocare lo Shakhtar. In queste tre partite ho avuto la dimensione dell’allenatore: si vedeva una squadra corta, aggressiva, recupero di palla immediato. Una mentalità che adoro e amo. Siccome ho fatto il calciatore, seppur non di grandissimo prestigio, ma con qualche presenza in Serie A, ma se avessi avuto un allenatore come Fonseca la mia carriera poteva essere diversa. E’ un allenatore che dà dettami tattici precisi senza essere integralista, uno elastico e molto attento ai giocatori che ha e questa voglia e determinazione mi ha stregato. Credo che Fonseca possa dare a tutti i tifosi della Roma un’identità ben precisa di come la squadra giochi la domenica. Mi auguro che la gente dalle prime partite capirà ciò che sto dicendo. Ci vorrà tempo, non sarà facile, però sono molto ottimista in Fonseca. Abbiamo idee chiare, ci confrontiamo spesso e abbiamo le stesse idee di calcio e questo è fondamentale in un rapporto tra allenatore e direttore affinché tutto possa funzionare bene”.

Su Dzeko. "Deve passare il messaggio che non è che uno si sveglia il mattino decide di andar via e ci ricatta: la Roma non deve essere ricattata da nessuno. Se qualcuno non vuole stare a Roma, si presenta con la squadra che lo paghi il giusto e può andare. Non mi piace essere preso per la gola, strozzato come si suol dire. Non mi interessa se un giocatore ha raggiunto un accordo con un’altra società, mi interessa che il giocatore sappia che non deve pensare di stare a casa sua, ma deve dare una mano a quella casa per farla vivere bene: non è il padrone. E’ la proprietà che decide e la Roma come società non si farà strozzare da nessuno: faremo le migliori scelte e credo che le prime soluzioni trovate abbiano un senso logico e calcistico. L’uscita di Manolas è figlia di un calciatore che volesse andar via: il suo agente mi aveva manifestato l’idea. Io ho detto a Raiola che mi dovevano pagare la clausola, altrimenti il giocatore stava qua. In realtà il Napoli ha fatto una proposta importante e nella contropartita tecnica abbiamo preso un giocatore che ha bisogno di fiducia e che ha quel profilo che dicevamo prima un ragazzo con motivazioni e voglia: ieri mi ha chiamato e mi ha detto che è pronto a non fare le vacanze per fare il ritiro. Questo è il senso di appartenenza e entusiasmo che voglio ritrovare in ogni giocatore”.

 

 

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