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Champions League, Napoli: le parole di Gattuso verso Napoli-Barcellona

Gennaro Gattuso, tecnico del Napoli, ha parlato in conferenza stampa alla vigilia della gara di Champions contro il Barcellona, valevole per l’andata degli ottavi di finale. 

Se è il migliore o il peggiore debutto in Champions per lei: 
“Non lo so, ringrazio la squadra e Ancelotti per avermi dato questa opportunità. Smanetto da due giorni, sono preoccupato perché con Setien sono tornati a giocare alla grande. Dobbiamo fare grande attenzione, soprattutto quando abbiamo noi palla perché il loro pressing è tornato ad essere asfissiante”.

Su Insigne
“E’ un giocatore con un motore importante, riesce a fare dodici chilometri a partita e viene anche a ripiegare. Molto intelligente tatticamente. E’ il capitano e quindi deve essere coerente sempre in tutto quello che fa, deve farsi sentire. Non parlare sempre, ma entrare nell’anima quando lo fa. Da questo punto di vista può migliorare. Per il resto mi ha sorpreso, è un giocatore molto intelligente”.

Su cosa ha pensato per Leo Messi. Domani sarà soddisfatto se…: 
“”Sarò soddisfatto se la squadra giocherà con la testa alta, senza paura. Voglio vedere una squadra viva, che rispetta l’avversario ma se la gioca fino alla fine. Su Messi ho letto di gabbia e non gabbia, ma non c’è solo lui. Insigne ha detto che in questo momento è il più grande giocatore in questo momento, ma per me lo è da tanti anni. Non solo per le sue qualità: mai una parola fuori posto, sempre perfetto. E’ un giocatore incredibile, che fa delle robe che vedo fare solo a chi gioca alla play station. E’ da un po’ di anni il più grande giocatore di tutti i tempi”.

Su come ha preparato questa partita: 
“Stamattina dopo il caffè di mia moglie ho ripercorso tutta la mia carriera da allenatore insieme ai miei assistenti. Ho ripensato a tutte le sofferenze, le problematiche, e domani ci giochiamo qualcosa che penso il mio gruppo di lavoro si sia guadagnato”.

Se consiglierà alla sua squadra di partire meno dal basso:
“Lo vedrai domani”.

Su come si tiene sempre una squadra sul pezzo:
Col lavoro quotidiano, con le priorità e con le regole. Io penso che gestire 25 giocatori, più tutte le altre persone, può accadere solo con un rapporto sincero. Oggi per me la cosa più brutta è dire a quei 3-4 giocatori che domani non verranno nemmeno in panchina, una squadra si tiene sul pezzo con la quotidianità, con la coerenza. Il calciatore negli ultimi anni è molto più evoluto rispetto a quanto giocavamo noi, oggi ti pensano ancora di più”.

Se è più difficile preparare la sfida col Barcellona da giocatore o da allenatore: 
Nettamente più difficile da allenatore. Quando li affrontavi da giocatori capivi che facevano un altro sport, con Xavi o Iniesta non la prendevi mai. Ha portato qualcosa di nuovo, una metodologia innovativa. Nei primi anni erano ti ammazzavano, prediligevano il possesso palla mentre tutti giocavano attaccando la profondità”.

Se ha un gusto personale tra Messi e Maradona: 
“Diego è il Dio del calcio, ma l’ho visto nelle videocassette e ora vedo le immagini. Ma da vicino non l’ho mai visto. So il campione che è stato, so che è stato uno dei più grandi al mondo. In questo momento vedo fare delle cose a Messi che faceva Maradona. Invidio chi è riuscito a vederlo da vicino”.

Se avrebbe voluto affrontare Messi da giocatore: 
“No, perché lo devono fermare i miei giocatori. Noi però non dobbiamo commettere un errore: giochiamo contro il Barcellona, che non è solo Messi. Mettendo la marcatura a uomo non si risolve nulla. Il Barcellona è il Barcellona, tutta la squadra”.

Domani la qualità del singolo può fare la differenza…
“Se la mettiamo a disposizione del gruppo sì, ma se pensiamo di poter vincere la partita pensando ognuno a sé stesso no. Col Barcellona bisogna fare una partita quando hai palla e un’altra quando non hai palla, quando hai palla un rischio te lo devi prendere altrimenti non ne esci più. Devi provare a metterli in difficoltà quando sei tu a palleggiare”.

Sul Napoli che vuole domani: 
“Un Napoli che non ha paura. Da quando alleno il Napoli – Juventus a parte – al San Paolo non ci sono state da parte nostra grandi partite, anzi. Sono state sciagure umane”. Domani voglio vedere una squadra che si aiuta per 95 minuti”.

Manolas e Fabian sono stati rigenerati dalla tua gestione.
“Tutti mi hanno dato tanto. Fabian è un giocatore tecnico, che doveva mettere forza nelle gambe, ma tecnicamente è molto forte. Dobbiamo continuare a ragionare da squadra”.

Su cosa deve fare Lozano per giocare: 
“Perché in questo momento sto facendo delle scelte e Lozano deve lavorare per farsi trovare pronto. Non c’è solo lui che non sta giocando, Lozano deve lavorare e farsi trovare pronto. In questo momento non sta trovando spazio perché vado alla ricerca di altre caratteristiche”.

Da allenatore, se preferisci undici giocatori come te o undici come Kakà o Ronaldinho: 
“Per come vedo il calcio oggi, preferisco cinque giocatori come me e cinque come Kakà e Ronaldinho. Se metti undici giocatori di difesa e undici di attacco, secondo te chi vince? La difesa… Però da allenatore preferisco giocare con calciatori tecnici, è un dato di fatto”.

Se il Barcellona è per te fonte di ispirazione: 
“Oggi tutti hanno detto che il Barcellona s’è presentato con 14 giocatori e una banda di ragazzini, ma vi consiglio di andarla a vedere questa banda da ragazzini. Io Setien l’ho spiato tanto, già al Las Palmas. Mi piace la metodologia del calcio spagnolo, specialmente quella di Setien. Vuole palleggiare, ma in quel palleggio c’è anche una fase difensiva. C’è grande rispetto per Setien e per la cultura del lavoro del Barcellona negli ultimi 25 anni. Quando vai ad analizzare la storia e il vissuto dei giocatori del Barcellona vedi che hanno vinto tutto quello che c’era da vincere, sono campioni nel campo e nella testa. Domani la mia squadra non deve pensare quante partite ha sbagliato il Barcellona, ma che è una squadra di marziani e che dobbiamo fare la gara della vita per provare a fare un risultato”.

Se sarà un Barcellona diverso rispetto a quello che hai affrontato da calciatore: 
“Con Setien sto rivedendo un Barcellona che nell’ultimo anno e mezzo non s’era visto. E’ tornato il Barcellona di due anni fa, che vuole palleggiare ma che quando la perde vuole subito recuperare il possesso. Oggi se tu vuoi fare una pressione alta loro giocano sempre con undici uomini, portiere compreso. Quindi hanno sempre superiorità numerica. La cosa che più mi ha impressionato è come attaccano lo spazio, come provano a farti subito male. E una squadra che mi è piaciuta per come l’ho vista nelle ultime partite”.

Sulle percentuali di passaggio del turno:
“Noi in questo momento dobbiamo essere noi a far entusiasmare i nostri tifosi. Non puoi pensare al passaggio del turno, devi stare tranquillo e avere la consapevolezza che in 190 minuti non devi sbagliare nulla. Il Barcellona, appena sbagli qualcosa, non ti perdona. Dobbiamo controllare bene la partita, qualsiasi scelta dovrà essere fatta con grande sicurezza. Io ho sempre avuto fiducia in questa squadra, anche se all’inizio anche per errori miei non sembravamo una squadra. Adesso il Napoli è più compatto, annusa il pericolo e gioca insieme. Nonostante ciò, a volte vedo storcere il naso per come si vince. Noi dobbiamo vincere il più possibile, poi se alla gente piace o non piace come si vince non ci deve preoccupare. Dobbiamo pensare alla classifica”.

Se l’emergenza del Barcellona può essere un piccolo vantaggio:
Hanno qualcosa più di noi, dobbiamo essere onesti. Ma ce la giocheremo, con la consapevolezza che loro hanno qualcosa più di noi. L’importante è prepararla bene”.

Se nella scelta degli undici di partenza conta l’esperienza internazionale: 
“C’è. Poi è normale è dare priorità a chi è al 100%, a chi ha la gamba giusta e a chi si sente di poter dare tutto. Però l’esperienza conta in questo tipo di partite”.

La qualificazione si gioca sui 180 minuti. Se influenzerà le sue scelte domani: 
“Assolutamente no”.

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