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Roberto Burioni:” La ripresa della Serie A? Serve ancora del tempo”

In una situazione con poche certezze e tanti dubbi, il virologo dott. Roberto Burioni è intervenuto in merito all’emergenza Coronavirus soffermandosi anche sulla sosta forzata dello sport e del calcio.

Secondo Burioni i numeri ufficiali non sono veritieri. Fonti ufficiali provenienti dagli studi effettuati a Londra, parlando di circa 6 milioni di italiani contagiati dal Covid19. Come se fosse una partita di calcio, la sfida al Coronavirus va vinta:”Abbiamo ripreso una situazione di svantaggio molto grave e adesso dovremo sfruttarla bene. Questo non è il momento in cui la difesa possa distrarsi, perché sarebbe davvero un peccato che una partita rimessa in piedi venisse pregiudicata da una distrazione: chessò, magari del portiere che rinvia sui piedi dell’attaccante avversario. Quindi, restando nella metafora sportiva, occorre subito dire che il pareggio non basta: dobbiamo vincere. E allora è indispensabile tener duro, stare ancora a casa e seguire le prescrizioni che ci arriveranno”.

In merito alla ripresa della vita e del calcio, Burioni è abbastanza convinto che serviranno alcuni mesi prima di tornare alla nostra realtà quotidiana. E’ difficile, in questo momento, poter indicare una data per l’inizio della fase 2.

Sul calcio, infine, la situazione è ancora più incerta:” Io penso che in questo momento sia indispensabile attendere ancora qualche settimana prima di progettare una possibile ripresa del calcio e di tutti gli altri sport. Prima, dovremo vedere cosa accadrà quando ricominceremo a uscire di casa. E anche che cosa accadrà con l’arrivo dell’estate. Temo però che fino a quando non avremo qualcosa di risolutivo contro questo virus sarà molto difficile rimettere dentro a uno stadio alcune decine di migliaia di persone: tutte insieme, tutte vicine, che si abbracciano quando la loro squadra segna. Temo che per un po’ di tempo dovremo vivere questa nostra bellissima passione in un modo un po’ diverso. Sarà un sacrificio che dovremo fare. Ma sono anche sicuro che poi un giorno torneremo a godere del calcio e di tutti gli altri sport, così come ne abbiamo goduto fino a oggi. O meglio: fino a ieri”.

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