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Obi durante il playoff vs venezia

Serie B, Chievo: cuore e orgoglio non bastano. Il cammino termina in laguna

Il rammarico è tanto, ma l’orgoglio non viene scalfito. Il Chievo lotta, soffre e alla fine cede il passo agli avversari nel primo turno dei play-off sul campo del Venezia. Centoventi minuti di battaglia che hanno visto i gialloblù andare spesso vicino al colpo del k.o., che però, per sfortuna e per altri fattori, non è mai arrivato. Si infrange qui il sogno di risalita, con la consapevolezza di aver dato tutto, ma anche di aver commesso qualche errore di troppo nei momenti topici della stagione regolare.

La cronaca dell’incontro

Poche novità nell’undici iniziale schierato da Aglietti, che sceglie di confermare Vaisanen al centro della difesa in coppia con Rigione, con Cotali sulla fascia mancina in sostituzione dell’infortunato Renzetti. I padroni di casa cominciano in maniera aggressiva e trovano la via della rete con Aramu. Gli addetti al Var, però, controllano la posizione del giocatore e annullano per off-side. Gli ospiti reagiscono immediatamente e grazie a un insidioso traversone di Canotto si procurano un calcio di rigore, trasformato da Garritano con qualche brivido. Al 23′ ci prova Forte di testa, ma la sua conclusione termina di a lato. Poco più tardi Canotto viene lanciato in contropiede, fulmina in velocità i diretti marcatori, ma a tu per tu con Maenpaa spedisce sul fondo.

Dopo un complicato avvio, la compagine scaligera è riuscita a trovare le misure e nella ripresa prende il controllo della gara. Al rientro sul terreno di gioco Canotto scappa sulla sua corsia, appoggia di tacco sull’accorrente Bertagnoli, che stampa la conclusione sul palo dopo una minima deviazione del portiere veneziano. Intorno al 60′ i lagunari si spingono in avanti alla ricerca del pari, che arriva grazie a un traversone di Aramu sul quale lo stesso Bertagnoli trafigge Semper in uno sfortunato autogol. Il classe ’99 non si abbatte e tenta di nuovo la fortuna con un tiro dalla distanza deviato in corner. A dieci minuti dal termine Margiotta si incarica di un calcio piazzato dal limite. La traiettoria e velenosa, ma la traversa si frappone tra lui e la gioia della rete. Dopo un via vai di sostituzioni c’è il tempo per un altro tentativo di Forte, che non centra lo specchio. Al novantesimo non c’è un vincitore: si va ai supplementari.

Tempi supplementari

Il Chievo ha a disposizione altri trenta minuti per regalarsi l’accesso alla semifinale. La tensione è palpabile, ma al 113′ Di Gaudio raccoglie un colpo di tacco di Djordjevic, sguscia in area e viene atterrato: nuovo penalty. Garritano si è seduto in panchina, dagli undici metri si presenta Mogos, il quale è glaciale e riporta in vantaggio i suoi. Ora serve solo resistere. Nel secondo tempo aggiuntivo i clivensi hanno la chance per chiudere i conti, ma una conclusione da distanza ravvicinata viene miracolosamente respinta da un difensore arancioneroverde. La buona sorte non assiste la banda di Aglietti, che viene immeritatamente punita: Semper respinge un primo tentativo, ma sulla ribattuta si avventa Maleh per firmare il 2-2. Inevitabilmente gli ospiti si sbilanciano e questo favorisce il sorpasso di Johnsen che mette il sigillo sulla sfida. Il passivo potrebbe diventare più pesante, ma a recupero scaduto Semper neutralizza un tiro dal dischetto a Forte. Game over.

Il commento di Aglietti nel post-partita

Con un enorme amarezza e una voce ridotta all’osso Aglietti commenta così la partita: “Dobbiamo essere molto orgogliosi di quello che è stato fatto, dell’attaccamento che c’è stato. Siamo stati eliminati ma abbiamo dimostrato quanto ci tenevamo. Il calcio è bastardo perché sul 2-1 abbiamo avuto la palla per chiuderla e sul contropiede abbiamo preso il 2-2. Siamo riusciti a limitare il Venezia, giocando una partita diversa rispetto a quella del campionato. I ragazzi sono stati davvero bravi, dispiace uscire così. Abbiamo dimostrato di valere il Venezia e che potevamo dire la nostra in questi playoff”.

Poi prosegue, confermando il miglioramento che s’è visto: “Loro erano al completo mentre a noi mancavano 5/6 giocatori ma questo non si è visto minimamente. Non mi piace trovare scuse, sapevo che stasera avremmo fatto comunque una grande gara. Ho notato la crescita di questo gruppo e sapevo che potevamo venire qui per vincerla. Abbiamo avuto palle clamorose per andare sul doppio vantaggio, anche in una partita bella e di sacrificio come è stata se non concretizzi la mole di gioco rischi di tenere in gioco gli avversari. Stasera però non posso fare appunti alla mia squadra. Nello spogliatoio c’era grande tristezza ma i ragazzi devono essere orgogliosi di quello che hanno fatto”.

Le pagelle

Semper 6.5; Mogos 7; Rigione 5.5; Vaisanen 5.5; Cotali 6.5; Bertagnoli 6 (Zuelli 6); Obi 7.5; Palmiero 6 (Djordjevic 6); Garritano 6.5 (Margiotta 6); Fabbro 6 (Di Gaudio 6.5); Canotto 6.5. All. Aglietti 6.5.

I MIGLIORI

Mogos – 7: sulla sua corsia spinge con costanza, spesso lascia sguarnita la sua zona di competenza, ma puntualmente viene coperto dai compagni. Glaciale dal dischetto e mai domo.

Obi – 7.5: si batte, contrasta, sgraffigna palloni bollenti, strappa e trascina il gruppo verso orizzonti che si stavano rivelando celestiali. Leader silenzioso, ma non troppo, perché con la fascia al braccio si fa sentire quando serve. Rinnovo in fase di trattativa: tutti si augurano finisca con la firma sul nuovo contratto.

Di Gaudio – 7: impatto sulla gara devastante. Sposta la sfera con una facilità disarmante, procurandosi punizioni golose e, ciliegina sulla torta, il rigore che avrebbe potuto regalare la semifinale.

I PEGGIORI

Vaisanen – 5.5: soffre a intermittenza, anche se spesso e volentieri mette una pezza dove è necessaria. Reduce da sole quattro apparizioni in campionato, sul finire dei centoventi minuti concede qualcosa, ma non lo si può certo criticare aspramente.

Rigione – 5.5: come il collega di reparto, alterna ottime letture a qualche uscita a vuoto. C’è l’impressione che sul 2-2 di Maleh la situazione potesse essere gestita meglio.

Bertagnoli – 6: una scheggia lungo il corridoio di destra e poi da mezzala. Sbatte sul palo, quando forse la mira poteva essere migliore e in occasione dell’autorete viene colto un po’ di sorpresa.

Di seguito le parole di Aglietti al termine dell’incontro:

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