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Serie A, l’Atalanta vola in Champions League: 3-1 contro il Sassuolo

L’Atalanta vince 3-1 ed è in Champions League.

Nella prima frazione la partita è, fin da subito, viva e frizzante con il Sassuolo che non rinuncia a giocare. Al 19′ gli emiliani passano in vantaggio con il bel goal di Berardi. Il pareggio arriva al 35′ con la rete in mischia del bomber Zapata. Al fischio di fine primo tempo si scatena una rissa in campo che coinvolge anche le due panchine e Berardi viene espulso. Nel secondo tempo la Dea controlla e la fa sua con le reti di Gomez al 53′ e di Pasalic al 65′.

Luca Percassi, amministratore delegato dell’Atalanta:”L’Atalanta ha meritato tutti i punti conquistati. Il merito è condiviso. Siamo partiti in questo stadio ai preliminari d’Europa League e finiamo qui. Siamo felicissimi di festeggiare in mezzo alla nostra gente. Oggi è un sogno per noi”.

Gomez:“È straordinario quello che abbiamo fatto: dalla società ai giocatori, passando per i magazzinieri e tutta la gente che lavora dietro e non sivede. Questo è un club modello che merita questo traguardo. Ci siamo riusciti giocando a calcio, in Italia ci sono poche squadre che giocano come noi. Abbiamo fatto tantissimi punti, l’obiettivo principale era l’Europa League ma poi ci abbiamo creduto sempre di più alla Champions, che non è un miracolo ma una conseguenza del lavoro. Siamo vicini al livello degli altri top club”

Gasperini:”Era una gara difficilissima, siamo venuti a capo di un match non semplice. I ragazzi sono stati meravigliosi, straordinari”. E’ un Gian Piero Gasperini senza voce quello che, ai microfoni di ‘Sky’ dopo il triplice fischio, ha commentato la qualificazione alla prossima Champions League dell’Atalanta, squadra che ha chiuso la Serie A 2018/19 al terzo posto in classifica. “La Champions League per l’Atalanta è un traguardo che non aveva mai conquistato nella sua vita e ci arriva in modo molto onorevole. Secondo me saprà ben figurare in Champions”.

De Zerbi sulla partita vera. “Come abbiamo fatto nelle altre due, non dovremmo nemmeno rimarcarlo che una gara dev’essere vera. Mi è sembrato che dalla panchina dell’Atalanta sia entrato qualcuno e abbia alzato le mani a un mio giocatore. Non capisco perché dopo si debba penalizzare una squadra, che magari aveva un obiettivo diverso ma ci ha penalizzato molto”.

Sulle ultime partite. “A me piace che la partita sia giusta, il campionato dev’essere sempre veritiero, sempre giusto. Avevamo un obiettivo perché volevamo stare nella parte sinistra della classifica. Dovevamo poter guardare in faccia Inter e Milan. Noi non abbiamo giocato né con troppa rabbia, siamo persone serie, ci giochiamo le partite come ci alleniamo. Ieri abbiamo fatto l’ultimo allenamento al 100%, si gioca così come è giusto che si faccia”.

Sull’espulsione di Magnanelli. “Lì la partita era andata, su quella di Berardi uno della panchina dell’Atalanta gli ha messo le mani addosso. Non dovevamo cadere nelle provocazioni, non mi sembra nemmeno che prima avesse fatto qualcosa di strano. Sollevare un avversario a terra non è cattiveria, non è un gesto sleare. Quello sleare è dare uno schiaffo a uno dei miei. Con tutto questo, l’Atalanta ha meritato di andare in Champions League. Squadra forte, allenatore fortissimo, questo giudizio sulla mia partita non toglie niente al valore e al giudizio. Oggi la partita è stata falsata”.

Sulla posizione di Locatelli. “Ho chiesto di giocare a due tempi, non bisognava arrivare al duello con l’Atalanta, perché perdi. Noi facevamo andare a vuoto, eravamo quattro centrocampisti schierati a rombo. Djimsiti doveva fare una scelta di prendere o Bourabia o Duncan. Locatelli è più centrocampista, si tirava fuori, o era libero alle spalle dei due mediani. È quello che dà fastidio, poi la partita è andata su un altro binario”.

Sulla stagione. “È positiva, quando la squadra dà tutto puoi rimproverarti poco. Quando si va in campo devi lasciare tutto, come generosità e sacrificio, poi è chiaro che qualcosa avrò sbagliato io, in qualche scelta”.


In fondo all’articolo la cronaca testuale minuto per minuto del match

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