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Serie A, le parole di Giampaolo verso Genoa – Milan

Una gara da non fallire per il Milan.

Marco Giampaolo si gioca la panchina in trasferta domani contro il Genoa. Il tecnico rossonero ha presentato la gara in conferenza stampa, queste le sue dichiarazioni principali.

Cosa ne pensa delle parole di Reina? “Ha esperienza internazionale, sa cosa dire e veicolare i messaggi. E’ un leader dello spogliatoio, è un calciatore ascoltato dai compagni”.

Ricordi positivi contro il Genoa? “E’ un’altra storia e un’altra realtà. Li ho definiti sempre derby vincenti ma sono stato fortunato”.

Sente il peso della partita di domani per il suo futuro? “Non bisogna ragionare sull’io, ma sul noi. Domani è importante per il Milan. Gli interessi individuali non contano nulla”.

Che settimana è stata? “Le sconfitte intaccano il morale dei calciatori. Chi pensa che ne fregano si sbaglia. Abbiamo analizzato i nostri errori, ci siamo confrontati. Abbiamo messo in atto tutte quelle strategie per superare il momento difficile. Quello che ci siamo detti resta tra noi”.

Come si spiega la differente prestazione contro il Torino e quella contro la Fiorentina? “Non è semplice, erano passati solo due giorni. Eravamo obbligati a vincere, forse non avevamo recuperato bene. Ci possono essere diverse motivazioni. Lavoriamo per non avere certe battute di arresto. Per me è importante l’equilibrio”.

Il Milan è stato sopravvalutato“Dopo quattro sconfitte in sei partite è normale che sia tutto nero. Anche in questo caso bisogna avere equilibrio, non credo sia il momento di dare giudizi definitivi. So che la squadra ha ampissimi margini di miglioramento, soprattutto dal punto di vista mentale. Dobbiamo imparare a fare determinate cose in un certo modo”.

Ha ancora la squadra dalla sua parte? “I giocatori devono dare la vita per la maglia, non per me. La squadra credeva e crede nelle mie idee. Bisogna essere forti nelle sconfitte, c’è da soffrire ed essere attenti ai dettagli”.

Perché il Milan è arrivato a questo punto? “E’ una situazione che nessuno si aspettava, ma adesso c’è e bisogna uscire fuori. Motivazioni? Perché abbiamo sbagliato qualcosa”.

E’ mancato il tuo gioco? “Ci mancano gli ultimi 20 metri, perché la squadra sotto fa abbastanza bene. Gli ultimi ventri metri vanno messi a posto”.

Piatek in panchina? “Il Milan non può rinunciare all’attaccante più prolifico della scorsa stagione, se non segna Piatek chi lo fa? Non si può pensare di rinunciare al nostro capocannoniere, deve star li a soffrire e prendersi le proprie responsabilità”.

Perché non ci sono progressi? “E’ li che bisogna lavorare, se abbiamo un buon possesso palla significa che devi migliorare gli ultimi 25 metri, attaccare meglio la porta, trovare soluzioni diverse, ed è li che bisogna insistere. Ci lavoriamo sopra tutti i giorni”.

Dov’è finito il maestro? “Palate di materia organica me ne avete buttate addosso. Lo deduco dai messaggi di solidarietà che mi arrivano. Sono abituato a soffrire mediaticamente parlando. Dei teatrini non mi interessa, smentisco attraverso il lavoro, sono li sul pezzo. L’unica strada per smentire tutti è il lavoro. Continuerò sempre a fare le cose che ho fatto, nel bene o nel male”.

Squadra in ritiro? “Sono abbastanza contrario, molte volte è superfluo”.

La contestazione? “E’ giusta, se sbagliamo è giusto così. Dopo l’ultima sconfitta in casa bisogna alzare la soglia dell’attenzione. Bisogna avere la giusta serenità per giocare a calcio”.

L’esperienza di Biglia può tornare utile? “Potrebbe”.

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