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Cagliari, Nainggolan: “Finito tutto, festeggio a modo mio”

Così come tutti i civili italiani, anche i calciatori stanno vivendo questa situazione di emergenza chiusi tra le quattro mura di casa, in attesa della ripresa degli allenamenti, che non avverrà in tempi brevi. 

A Cagliari, il Ninja Nainggolan ha parlato attraverso il proprio profilo ufficiale di Instagram di come sta vivendo lui questo periodo: “Sono sereno e attendo buone notizie per riprendere a giocare. Per me stare a casa è stranissimo, dopo un po’ diventa una noia assurda. Dopo queste settimane a casa spero di giocare fino ai 50 anni”. 

Poi scherza (ma non troppo): “Appena finisce la quarantena faccio una bella serata come una volta“. Infatti il centrocampista belga è famoso per alcune sue scorribande nei locali tra alcool e sigarette. “Se cambiassi il mio stile di vita, non sarei me stesso” disse in un’intervista di qualche tempo fa. 

E continua, parlando delle attività con cui si tiene occupato e di com’è il Nainggolan padre: “Gioco un po’ con i compagni alla PlayStation. C’è gente che pulisce casa, che prova a fare lo chef ma io non sono tra questi. Ogni tanto faccio un po’ di dj set anche per movimentare le giornate ma non è facile. Ieri ho fatto una torta con mia figlia ma è uscita così così. Con le bimbe parlo in italiano ma loro fanno la scuola di inglese perché è fondamentale. Il sardo lo capisco. Io da bambino sono cresciuto tra tante difficoltà. Vivo alla giornata. Da ragazzo ero una testa calda ma ora sto maturando”.

In seguito tocca anche, ovviamente, la sfera professionale, incentrandosi sul ritorno nel capoluogo insulare: “Io mi sento molto sardo, quest’anno è un campionato importantissimo per la città con il Centenario. Abbiamo fatto una partenza incredibile e siamo ancora lì vicino ai migliori. Adesso vediamo cosa possiamo fare se il campionato riprende. Io comunque sono legatissimo alle città dove sono stato, spesso dicono che sono uno che spacca lo spogliatoio ma sono tutte fantasie”.

E infine racconta del suo personale smart working: “La società ci ha dato delle bici per fare del movimento a casa, ma la bici sinceramente non è funzionale per il mio fisico. Però dobbiamo accontentarci. Il mio problema è che a casa non facevo mai nulla quindi ora sono obbligato ad allenarmi“. 

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