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Palermo, Baldini: “Questa è casa mia, voglio morire qui”

Non si ferma la festa rosanero dopo la vittoria del Barbera, che ha riportato il Palermo in Serie B quattro anni dopo l’ultima volta. Il tecnico dei siciliani, Silvio Baldini, vero volto di questa promozione, si è soffermato con i giornalisti per una lunga conferenza stampa di fine stagione. Oltre all’allenatore anche il ds Renzo Castagnini ha parlato dello splendido traguardo raggiunto dalla sua squadra.

Baldini su club e società

L’allenatore rosanero ha parlato dei rapporti umani che lo hanno guidato e accompagnato verso questo risultato nella sua seconda vita palermitana. “A Palermo ho trovato persone importantissime – ha esordito Baldini – non voglio lasciare nessuno di loro. Lorenzo Castagnini mi è stato vicino dal primo momento, abbiamo passato insieme 10 ore al giorno tutti i giorni, è un mio amico. Ho sentito delle critiche nei suoi confronti, è stato fondamentale in questo cammino, è stato uno dei primi a crederci. A Brunori avevo detto che avrebbe fatto 30 gol, mi dispiace che ne abbia fatti solo 29. Con Fella la promessa era che avrebbe fatto un gol in finale, però ha segnato con l’Entella, diciamo che l’ha anticipato. Nardini è una persona speciale, non si nasconde, non ha filtri, il 12 giugno ha perso la mamma e io sapevo che quel numero avrebbe coinciso con questa vittoria. Per me è un fratello, so che non mi tradirà mai. Il presidente è un grande tifoso, con me è stato gentilissimo con una famiglia bellissima“.

Il futuro dell’allenatore

Baldini ha proseguito parlando anche del suo rapporto con la città e delle sue prossime mosse, professionali e di vita. “Io non cerco la Serie A, io cerco me stesso e posso trovarlo pure in interregionale – ha spiegato il tecnico – So di essere a quel livello, ma non cerco la fama. Oggi 5 allenatori di Serie A mi hanno scritto per complimentarsi, questo mi fa contento. Per me non è finita la storia con il Palermo, ma io non so cosa succederà con la dirigenza, che scelte faranno. L’ho già detto, a me la Serie A non interessa, ma so che è nel destino del Palermo. Io so che se sto due anni qui il destino è quello. Ho scelto di vivere qua, ho comprato casa qua, voglio morire qua, ho fatto questa scelta perché sento che la Sicilia fa parte della mia cultura. Poi se non mi vorranno io manderò il mio messaggio da un’altra parte”.

Un lavoro di fede e speranza

Baldini ha proseguito spiegando il lavoro mentale fatto sul gruppo: “Dovevamo capire che il Palermo non siamo noi ma il popolo. La fede calcistica non si compra, un giocatore se arriva l’offerta giusta va da un’altra parte, ma i bambini che oggi erano lì a tifarci tra 50 anni tiferanno ancora Palermo. Io sono partito dalla speranza per arrivare al cuore dei giocatori, ma non si può parlare di speranza senza la fede. Ero talmente convinto che avrei vinto che non ho perso tempo ad angosciarmi. C’è stato un periodo che Pelagotti ha subito molte critiche e io non gli ho tolto la fiducia. Massolo ha continuato ad allenarsi in maniera eccezionale, in allenamento fa parate fuori dal comune, ma a un certo punto ha smesso di lavorare con la stessa intensità. Quando Pelagotti ha avuto il problema e si è dovuto operare, Massolo non ha mollato di un centimetro e da lì abbiamo ritrovato un portiere ancora più forte”.

Il ds Castagnetti sulla promozione

Anche il direttore sportivo rosanero, Renzo Castagnetti, ha commentato la promozione dei suoi ai microfoni di Tmw. “È un mese che non dormo e sono abituato a questo ritmo, l’adrenalina è stata tanta e dormire era difficile. Quando sono arrivato ero perplesso perché non conoscevo la Serie D e non l’avevo mai fatta, ma è stata una bella esperienza. Avevamo l’obiettivo di raggiungere la Serie B in tre anni e a dicembre sembrava lontano, ma poi abbiamo avuto l’intuizione di prendere Baldini e abbiamo svoltato. Al di là dei meriti sul campo, dove fa un lavoro straordinario, è entrato anche nell’animo delle persone e della gente. È riuscito a trascinare Palermo e abbiamo avuto una risposta importante in queste ultime quattro gare e se avessimo avuto uno stadio da 60mila l’avremmo riempito”.

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