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Champions: il day after dell’euroderby milanese

I due derby di semifinali di Champions non hanno fatto altro che certificare il divario tecnico fra le due milanesi. E il momento della stagione in cui si sono si sono affrontate ha ulteriormente accentuato la distanza fra le due squadre.
Inter in grande forma, dopo una fase di appannamento, Milan in continuo calo, fisico e tecnico dopo aver eliminato il Napoli.
Lo stesso Paolo Maldini, a fine gara, ha evidenziato un particolare non di poco conto: «Non siamo strutturati per competere ad alti livelli su due competizioni», ha dichiarato il direttore dell’area tecnica rossonera, ieri sera, a fine gara ai microfoni di Mediaset. Un’ammissione che la dice tutta. Al contrario di un’Inter che, sicuramente, ha sfruttato nel migliore dei modi la profondità dell’organico e ha evidenziato le qualità difensive e offensive di una squadra costruita per stare ai vertici. Il 3 a 0 complessivo è lo specchio fedele della differenza di valori. Neanche nel match di ritorno il Milan è riuscito a effettuare un forcing convincente. All’Inter, dopo il 2 a 0 dell’andata, è stato sufficiente gestire la partita per poi affondare il colpo definitivo con Lautaro quando ormai i rossoneri avevano staccato la spina.

L’Inter, quindi, si gode il momento. Simone Inzaghi riporta i nerazzurri in finale di Champions a distanza di 13 anni e incassa i complimenti di Zhang che, ai microfoni di Mediaset, ne ha tessuto le lodi: «Inzaghi ha mentalità vincente, è stato bravissimo e rimarrà a lungo con noi. A Instanbul tutto è possibile». Inter, quindi, che attendere di conoscere l’avversaria della finale che verrà fuori dal match di stasera all’«Eithad stadium» fra il Manchester City e il Real Madrid, dopo l’1 a 1 dell’andata.
E il Milan? Gli restano tre partite di campionato, con Sampdoria e Verona in casa e Juventus in trasferta per cercare di raddrizzare una stagione che si sta concludendo nel peggiore dei modi. La zona Champions dista quattro lunghezze e serviranno passi falsi della Lazio per rientrare in corsa, ma bisogna anche guardarsi le spalle. Insomma, una situazione tutt’altro che semplice, dopo aver accarezzato il sogno di tornare a giocare una finale di Champions.

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