Il 16 aprile sarà ricordato come un altro giorno nero per i tifosi del Messina.
La corsa contro il tempo, per riuscire a raggranellare la somma di 321 mila euro, non ha sortito gli effetti sperati.
«Non siamo arrivati agli importi che servivano per saldare i debiti, e, quindi, non si è raggiunto l’obiettivo che mi era stato affidato» ha commentato così, poco dopo le 16, il notaio Bernardo Maiorana a cui era stato affidato il compito, nel momento in cui si fosse raggiunta la somma dei 312 mila euro, di effettuare i pagamenti degli stipendi dei tesserati per il mese di febbraio e delle ritenute previdenziali e fiscali per il periodo novembre-febbraio.
E, invece, niente di tutto questo. Nessun bobifico è partito verso i tesserati con il Messina che incorrerànella prossima stagione (!?) ad una nuova penalizzazione.
Una sconfitta, la più pesante per un club il cui destino sembra appesa ad un filo sottilissimo..
Nel pomeriggio il presidente Stefano Alaimo si era presentato negli studi del notaio Maiorana per firmare le deleghe per gli eventuali pagamenti. All’uscita si è soffermato con i giornalisti presenti annunciando le dimissione dal ruolo che ricopre.
Tutto a dir poco grottesco. Una squadra umiliiata, indifesa e lasciata al proprio destino.
Insomma, un fallimento su tutta la linea. Tessuto economico-imprenditoriale quasi inestistente, politici e amministratori impalpabili. Una montagna che non riesce a partorire neanche il classico topolino.
Il gong, insomma, sta per suonare.
I calciatori sarebbero sul piede di guerra e sabato affronteranno il Foggia, altro club che ha “bucato” la data del 16 febbraio.
Messina ha perso ancora una volta. La città ha perso di nuovo. Trsitezza e sconforto fra i tifosi peloritani, costretti a ingoioare, loro malgrado, l’ennesimo boccone amaro.
E non potrà essere neanche la fine dell’era Sciotto, un’autentica sciagura per la città dello Stretto, a lenire i “dolori” di una giornata da incubo.