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Chievo, la nuova vita di Pellissier: “Se il club sparisse, interverrei in prima persona”. E intanto diventa dg del Rovigo

La nuova vita di Sergio Pellissier. Dopo la dolorosa separazione con il suo amatissimo Chievo, l’ex capitano gialloblù ha intrapreso un’altra avventura. O meglio due. Come racconta lui stesso sulle colonne del quotidiano locale L’Arena, ora ricopre il ruolo di direttore generale dell’Atlante, un centro riabilitativo nella periferia scaligera su cui ha investito proprio Campedelli. Oltre a questa mansione, l’ex attaccante è stato nominato direttore generale anche del Rovigo Calcio, squadra che milita in Prima Categoria.

“Conta la voglia di rimettersi in gioco”

L’addio con il Chievo non è stato semplice da digerire, ma il valdostano non ha perso tempo e si è subito rimesso in carreggiata: “Oggi sono direttore generale al centro Atlante. E inizio una nuova avventura sportiva con il Rovigo. Conta prima di tutto la passione e la voglia di rimettersi in gioco. Quello che tentavo di fare al Chievo. Essere filtro tra il presidente e tutto il resto, cercare di risolvere i problemi, alleviare il peso del suo lavoro. Lo stesso percorso che ho iniziato qui all’Atlante. Poi c’è il Rovigo. Una nuova passione, lo stimolo mi è arrivato dal patron Roberto Benasciutti. Anche qui un’opportunità per crescere”.

In seguito, il vecchio numero 31 non poteva negare uno sguardo alla Nazionale neo campione d’Europa. Lui che quei colori li ha vestiti in un’occasione, bagnata anche con una splendida rete: “Non avrei mai pensato che l’Italia potesse prendersi l’Europeo. Le big sono uscite presto. E Mancini ha avuto il merito di creare un grande gruppo. L’Italia, ad un certo punto, sembrava inattaccabile. Jorginho (ex rivale cittadino, avendo vestito la maglia del Verona, ndr) ha vinto Europeo e Champions League con il Chelsea. Se valgono i titoli, allora vale il Pallone d’Oro. Sia inteso: Jorginho ha dimostrato di essere un grande giocatore. Ma il premio credo debba andare al più forte di tutti. E al momento resta Messi, che si è preso la Copa America”.

“Chievo è famiglia. Se sparisse, mi ci metterei in prima persona per farlo rinascere”

Il Chievo rimane la mia famiglia, rimane un amore che non si può dimenticare – prosegue Pellissier – Provo tanto affetto per il club. Le persone possono cambiare, ma resta la società che è parte integrante della mia vita. Per il rischio iscrizione mi dispiace. Spero possa tornare ad alti livelli. Al momento si conosce poco di quello che potrà essere. Se il Chievo sparisse dal grande calcio, non potrei farne senza. Mi ci metterei in prima persona per farlo rivivere. In quanto al presente, con la società ho degli accordi garantiti. Mi spiacerebbe venisse a crearsi una situazione per cui non potessero essere rispettati”.

L’ultima immagine del mio Chievo – conclude – è stata l’addio sotto la pioggia del Bentegodi. Con le persone che mi volevano bene. Tutto è successo prima che arrivasse il Covid. Chiudere senza poter dire addio alla mia gente sarebbe stato molto triste. Mi resta un ricordo di quella giornata da conservare per sempre. Tra i compagni più stretti cito Cesar, Frey, Tiribocchi, Marcolini e Mandelli. Persone con le quali ho un rapporto profondo”.

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